La rinite allergica
La rinite allergica è probabilmente la manifestazione allergica più frequente in tutto il mondo, con una prevalenza in aumento: recenti studi hanno infatti evidenziato un incremento, dal 16,2 al 37,4% negli ultimi 25 anni. La sua insorgenza è in genere precoce, coinvolgendo l’età prescolare, spesso, ma non sempre, facendo parte di una delle tappe della cosiddetta “marcia allergica”. È noto che la rinite allergica ad esordio precoce si associa a un peggioramento della patologia allergica negli adolescenti , ed è altrettanto noto che, molto spesso, la rinite allergica precede l’asma nelle età successive. Proprio nel contesto della rinite come “sentinella” dell’asma, l’aspetto della transizione dal pediatra al medico dell’adulto riveste particolare importanza.
La diagnosi
La rinite allergica è spesso una malattia sotto-diagnosticata e sottostimata dal punto di vista clinico; occorre pertanto che venga sospettata e diagnosticata ai primi sintomi. La clinica della rinite allergica da pollini è certamente più semplice, mentre quella per gli acari della polvere può essere più difficile, avendo come sintomo principale l’ostruzione piuttosto che la rinorrea o la starnutazione. La diagnosi prevede i test cutanei per gli inalanti stagionali e perenni e consente di mirare l’intervento terapeutico sia farmacologico sia di profilassi ambientale. Le sensibilizzazioni permangono per tutta la vita e in età adolescenziale non sempre è necessario ripetere i test, a meno che non siano comparsi sintomi diversi rispetto alle precedenti sensibilizzazioni. In alcuni casi, per correlare i sintomi con la sensibilizzazione, può essere utile eseguire la citologia nasale, che consente di evidenziare l’eventuale flogosi presente. In ambito di diagnosi occorre considerare anche la presenza delle riniti non allergiche, che presentano spesso sintomi sovrapponibili alle allergiche, ma che possono avere evoluzione simile (asma non allergico) o diversa (poliposi nasale). Pertanto, nel contesto di una sintomatologia rinitica, il paziente deve eseguire una diagnosi completa che prevede i test allergologici, la fibroscopia nasale e la citologia nasale. Le tempistiche possono essere diverse: se già effettuate in età pediatrica i medici successivi ne prenderanno atto, considerando di ripeterne alcuni soprattutto quando la sintomatologia non fosse sotto controllo. Poiché, come sappiamo, la rinite allergica è un fattore di rischio per l’asma, è importante che il paziente esegua quanto prima una spirometria, in particolare in benessere, cioè prima di un’eventuale comparsa dell’asma: questo consentirà di avere, nelle età successive, un punto di partenza per la valutazione di un’eventuale evoluzione ostruttiva.
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articolo tratto da “Dal pediatra al medico dell’adulto”. Guida a cura della FIMP