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Genitori si diventa, giorno per giorno

Lo sviluppo della competenza genitoriale avvie­ne nel corso del tempo, come esito di un’interazio­ne complessa data dalle caratteristiche individuali e relazionali, dal temperamento del bambino e dalle possibilità offerte dal contesto sociale. Si tratta di un processo dinamico, che richiede un buon adatta­mento tra lo stadio evolutivo del bambino e le capa­cità ricettive e adattive dell’ambiente di riferimen­to.

Una sana genitorialità necessita di uno spazio mentale e relazionale, nel quale confluiscono le storia di vita affettiva dei genitori, i personali e reci­proci legami di attaccamento, la capacità di regola­zione dei propri stati emotivi e la flessibilità al cam­biamento.

Come si costruisce il percorso genitoriale?

Il percorso di co­struzione della genitorialità è un processo circolare, all’interno del quale le caratteristiche temperamen­tali dei figli hanno un ruolo fondamentale. Fin dalla nascita il bambino è dotato di abilità sociali che lo rendono competente nel creare relazioni e legami di attaccamento. Queste competenze di base necessita­no, tuttavia, di un incontro ripetuto con una madre capace di riflettere, contenere e di alleviare il disa­gio, rinforzare la capacità del bambino di tollerare gli affetti negativi e incrementare la sua fiducia nel fatto che il bisogno di un supporto ausiliario per la regolazione degli affetti non resterà insoddisfatto.

L’importanza dei neuroni – specchio

Molti studi ipotizzano che il bambino fin dal­la nascita riconosca le emozioni di chi lo accudisce attraverso i neuroni specchio, riproducendole nella sua mente e risuonando quindi con esse. Una cresci­ta psichica del bambino, dunque, parte dall’osser­vazione del comportamento dell’altro che permette l’attivazione dei neuroni specchio, ma deve passa­re necessariamente dalle componenti modulatorie e/o complementari dell’empatia cosiddetta “emoti­va”. Beebe, Lachmann & Jaffe (1997) sottoline­ano l’importanza di una sintonizzazione moderata tra madre e figlio nei primi mesi di vita, cioè non troppo alta né troppo bassa. Una differenza minima permette processi di apprendimento o di aggiusta­mento di stati neurofisiologici; mentre differenze superiori a una certa soglia non permettono la cre­scita e il cambiamento. Gli stessi autori sottolineano l’importanza del processo di rottura o fallimento e riparazione della relazione. Nella coppia madre-bambino ci sono momenti di mancata sintonia o di conflittualità, all’interno dei quali il bambino è in grado di proporre alcuni schemi motori (come il pianto, la protesta, facce curiose) per ristabilire il rapporto con la madre. Dal punto di vista evoluti­vo, questi momenti di reciproco distacco hanno un valore adattativo e promuovono una matrice inter­soggettiva.

La comunicazione madre – figlio

Le ricerche evidenziano come le madri che si di­mostrano capaci di rispondere in modo sintonizzato ai diversi stati emotivi, positivi e negativi, espressi dal proprio figlio, amplificano gli stati emozionali positivi e facilitano il controllo di quelli negativi, ri­ducendo l’impatto della paura, dell’ansia, della tri­stezza. Prendiamo, invece, il caso di una madre che non riesce a sintonizzarsi con stati emotivi negativi del figlio, esempio la paura. Nel momento in cui il bambino comunica tale vissuto alla madre, essa entrerà in risonanza e pro­verà ad esempio a distrarre il bambino con un’e­spressione marcata di felicità, restituendogli un ri­specchiamento incongruente, dettata dalla modalità del “far finta”. Questa modalità, ripetuta nel tempo, verrà sconnessa dal genitore e attribuita al bambino stesso, attraverso rappresentazioni interne seconda­rie e distorte, che gettano le basi per la costruzione del falso sé. Per dirla con Winnicott, il falso sé si fonda falsamente sull’accondiscendenza ai bisogni e desideri altrui invece che ai propri.

Articolo a cura della dott.ssa Rossella Aromando, Psicoterapeuta e Specialista in terapia relazionale integrata del team di Neuropediatria e Psicologia Clinica dell’età evolutiva del Gruppo Bios.

Per contattare la dott.ssa Aromando potete telefonare al CUP Bios 06809641 o scrivere una mail a: info@pediatrico.roma.it