Assieme alla Dott.ssa Simona Cappelletti, Psicologa dell’età evolutiva del team Diagnostica Specialistica Pediatrica Bios andiamo alla scoperta delle emozioni primarie, cercando di comprendere come condizionano i comportamenti dei nostri bambini.
Come riconoscere le emozioni in un bambino
Paura, rabbia, tristezza, disgusto e gioia, sono le 5 emozioni cosiddette primarie, che esistono sin dalla nascita e che compaiono entro il primo anno di vita. Per riconoscerle nei nostri bambini è necessario averne una buona conoscenza e consapevolezza su se stessi, essere in grado quindi di riconoscere, capire e riuscire ad identificare innanzitutto i nostri stati emotivi.
Come condividerle assieme ai bambini
Solo dopo aver imparato a riconoscere le nostre, potremo imparare ad ascoltare le emozioni espresse dal bambino, aiutandolo a distinguerle. Occorre considerare che i bambini hanno spesso difficoltà a descrivere l’emozione che stanno provando e quindi a dargli un nome, le vivono attraverso comportamenti più o meno adattati.
Per i bimbi più piccoli, il modo più immediato per riconoscere e classificare le emozioni principali è vederle espresse e “vissute/contenute” sul volto di mamma e di papà. Sulla base dell’evoluzione psicomotoria si svilupperà progressivamente la capacità di esprimerle attraverso il linguaggio e la narrazione, pensiamo a quanto le favole ed i loro personaggi impersonificano emozioni differenti.
Per tutti i bambini sia di età prescolare che scolare si può utilizzare inoltre il disegno, in quanto attraverso le rappresentazioni grafiche i bambini esprimono il loro mondo interiore.
Empatia e condivisione
Le emozioni riconosciute dalle figure genitoriali guidano i bambini verso il mondo dei grandi e delle regole sociali. Ad esempio: quando una persona ritiene di essere la causa della sofferenza di un’altra, il dispiacere empatico dà origine al senso di colpa, che induce a riparare e prevenire il compiere atti colpevoli o devianti. L’empatia e la condivisione sono fondamentali per insegnare ai bambini comportamenti altruistici e prosociali.
A 12 mesi
Nel primo anno l’empatia si traduce solo in un’adesione alle emozioni dell’altro, in assenza di una chiara consapevolezza di sé infatti, il neonato non può rendersi conto che le sue emozioni sono il prodotto di qualcosa che sta capitando a un’altra persona. Per esempio, un bambino di un anno che vede cadere un suo coetaneo reagirà piangendo o facendosi coccolare dalla mamma, come se si fosse fatto male lui, non cercherà di alleviare il dolore del coetaneo in modo empatico.
A 18 mesi
A 18 mesi emerge la coscienza di sé e i bambini differenziano se stessi dagli altri e dall’ambiente fisico circostante: distinguono tra il dispiacere per qualcosa che accade a loro da quello per un’altra persona. Ciò, rende possibile la trasformazione del contagio emotivo (sentire quello che sente l’altro).
A partire dai 3 anni
A partire dai 3 anni i bambini acquisiscono la crescente comprensione delle cause delle emozioni e si rendono conto di quelle che una persona può provare in corrispondenza a certi eventi, senza doversi basare sull’osservazione del suo comportamento.
N.B.!
“Nonostante l’aspirazione di tutti sia la gioia, la strada più sicura per il benessere di un bambino passa anche attraverso il riconoscergli le ragioni delle altre emozioni e l’insegnargli a gestirle”. Dott.ssa Simona Cappelletti
Per maggiori informazioni o per prenotare un incontro con la dott.ssa Simona Cappelletti, potete contattare il CUP Bios allo 06809641 oppure scrivere una e-mail a: info@pediatrico.roma.it