Tra le patologie allergiche più diffuse, in particolare in età pediatrica, troviamo l’asma, la rinite e la rincongiuntivite.
Grazie al contributo della dott.ssa Federica Rota, Medico Chirurgo Specialista in Allergologia PEdiatrica, vediamo oggi cosa fare in caso di rinite.
La rinite allergica
La rinite allergica è una patologia della mucosa nasale e congiuntivale indotta da un’infiammazione IgE-mediata conseguente ad esposizione allergenica. La rinite allergica, in particolare, è un problema sanitario globale in continuo aumento in tutto il mondo: colpisce dal 5 al 35% della popolazione, con una massima incidenza in età adolescenziale, condiziona la vita sociale dei pazienti influendo sul rendimento scolastico e lavorativo e, infine, determina costi economici rilevanti.
La prevalenza in Italia ai 6-7 anni è del 6,3% salendo al 15,6% dai 13 ai 14 anni dimostrando un trend in crescita. Tra i fattori di rischio, oltre alla predisposizione genetica, occorre menzionare le condizioni socio-economiche, la dimensione familiare e l’ordine di genitura (essere primogenito), l’ambiente urbano, l’esposizione ad inquinanti ambientali outdoor ed indoor, l’esposizione a fumo di tabacco durante la gravidanza e nel primo anno di vita, l’esposizione agli allergeni perenni indoor, la storia personale di infezioni
o di atopia, etc. etc.
I sintomi
I sintomi tipici della rinite allergica sono: rinorrea, ostruzione nasale, prurito nasale, starnutazione; quando vi è anche la presenza della sintomatologia congiuntivitica questa è caratterizzata da lacrimazione e prurito oculare. I sintomi sono reversibili spontaneamente o con appropriato trattamento. Gli allergeni più frequentemente in causa sono le Graminacee, la Parietaria, l’Artemisia,
l’Ambrosia, l’Olivo, la Betulla con prevalenze diverse in base alla distribuzione geografica ed infine gli acari e gli animali domestici. In rapporto con l’allergene in causa, ci sono inoltre altre importanti differenze nelle manifestazioni cliniche: i sintomi legati all’allergia
agli acari sono tipicamente più espressi nella stagione autunno-invernale (ambienti chiusi) e a contatto con il materiale lettereccio, mentre nel pollinosico i sintomi ricorrono a ogni primavera e sono più espressi all’aria aperta. Oltre a questo, nella rinite da pollini prevalgono i sintomi “irritativi” (starnuti, abbondante secrezione acquosa nasale, iperemia/prurito congiuntivale e al palato molle), mentre in quella da acari prevalgono i disturbi ostruttivi. Infine, è ben noto che l’allergico all’acaro presenta la sintomatologia soprattutto al risveglio, quando “appoggia i piedi giù dal letto” (e non durante le ore del sonno, come si potrebbe ritenere), mentre il pollinosico manifesta la sintomatologia rinitica specialmente fuori casa e con diversa intensità in rapporto alle variabili concentrazioni del polline durante l’arco della giornata.
Un aspetto estremamente importante in ambito pediatrico è la progressione e/o la coesistenza con l’asma; è pertanto estremamente importante che il bambino con rinite allergica abbia una diagnosi e una terapia precoce per interferire sulla progressione della malattia allergica, la cosiddetta “marcia allergica”. Nel contempo deve essere valutata l’eventuale coesistenza dell’asma. Nel differenziare le varie forme di rinite nel bambino va ricordato che in età prescolare sono più frequenti le forme infettive e nelle età successive quelle allergiche.
La diagnosi
La diagnosi di rinite allergica si basa sulla concordanza tra dati clinici suggestivi e test diagnostici. I test cutanei (skin prick test) rappresentano l’indagine diagnostica di primo livello per la facile applicabilità, sensibilità, specificità e costo economico contenuto. La ricerca di IgE allergene specifiche su siero potrà essere indicata in caso di discordanza tra anamnesi e test cutanei o marcato dermografismo o dermatite atopica diffusa o ancora in pazienti in terapia con farmaci antistaminici.
Gli esami da effettuare
Per la diagnosi differenziale delle varie forme di rinite, sia nell’adulto che nel bambino è importante prendere in considerazione l’endoscopia nasale a fibre ottiche e la citologia nasale. La citologia nasale è una metodica non invasiva che riveste particolare utilità per distinguere i vari tipi di rinopatie sia nell’adulto che nel bambino e consente dunque di stabilire una terapia mirata ed efficace in quei pazienti che presentano il cosiddetto “naso ribelle”.
Grazie a questo esame è possibile differenziare le rinopatie infiammatorie da quelle infettive, le rinopatie allergiche da quelle non allergiche e le rinopatie batteriche da quelle virali e micotiche. Per quanto riguarda le forme allergiche la prevenzione ambientale è una misura sempre utile da adottare a seconda dell’allergene in causa. In particolare per quanto riguarda l’acaro della polvere sembrerebbe più indicato un approccio globale che comprende il controllo dell’umidità e della ventilazione dell’ambiente, l’uso di adeguati coprimaterassi e copricuscini e di aspirapolveri con filtri HEPA.