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Ansia-Adolescenza

Ansia in adolescenza e disturbi d’ansia

L’ansia è un’esperienza emotiva universale e transculturale, riscontrabile nei bambini, negli adolescenti e negli adulti. Essa ha un compito fondamentale e “preventivo”: prepara l’organismo a reagire prontamente per evitare che la minaccia o il possibile pericolo si concretizzino, compromettendo ciò che riteniamo importante (ad esempio la nostra sopravvivenza fisica, la nostra autostima, l’immagine sociale, l’affetto degli altri). L’ansia può avere una funzione positiva, poiché aumenta la vigilanza e la prontezza, può aiutare a mettere in campo le risorse personali per prepararsi a superare al meglio una prova o una situazione rilevante. Quando, invece, si supera una certa soglia di attivazione, l’ansia e lo stress diventano piuttosto intensi e frequenti e il rendimento tende a diminuire considerevolmente. In questi casi, le emozioni interferiscono con la capacità di attenzione, concentrazione e di memoria. Nei disturbi d’ansia sono implicati diversi fattori in interazione tra loro, parliamo di aspetti neurobiologici, temperamentali, relazionali (affettivi ed educativi) e sociali.

L’ansia nei bambini e negli adolescenti

I disturbi d’ansia rappresentano la psicopatologia più comunemente riscontrata in età evolutiva; alcuni lavori stimano che fino ad un terzo degli adolescenti soddisferà i criteri per un disturbo d’ansia all’età di 18 anni (MeriKangas et al., 2010; Kessler, Avenevoli, Costello, 2012). Molte ricerche mostrano che i disturbi d’ansia nell’infanzia sono associati, in età adulta, a disturbi d’ansia, disturbi depressivi e uso di sostanze psicoattive. Per distinguere le normali paure dall’ansia patologica dobbiamo considerare la frequenza con cui si verifica l’attivazione emotiva, l’intensità con cui si manifesta e la durata nel tempo, nonché i parametri cronologici (legati all’età del bambino o del ragazzo) e comportamentali. È possibile ipotizzare la presenza di una condizione di disagio clinico quando i livelli di paura o di ansia sono sproporzionatamente elevati rispetto al contesto circostante o rispetto all’età e al grado di sviluppo e quando i comportamenti che si associano all’ansia compromettono il funzionamento quotidiano.

Quali sono i disturbi d’ansia più frequentemente riscontrabili in adolescenza?

Le forme di disagio legate all’ansia, maggiormente riscontrate in questa fase di vita, riguardano principalmente la rappresentazione di sé nelle situazioni sociali, le paure collegate alla morte e ai pericoli e le preoccupazioni circa le performance scolastiche e sportive. Di seguito verranno sinteticamente presentate le descrizioni dei principali disturbi d’ansia nel periodo adolescenziale. Si è scelto di non trattare il mutismo selettivo e il disturbo d’ansia da separazione poiché solitamente l’esordio delle stesse si verifica in età infantile. È bene sottolineare la non esaustività di quanto qui riportato e l’opportunità di procedere ad una valutazione accurata, chiedendo aiuto a uno specialista.

Il disturbo d’ansia generalizzata

E’ caratterizzato dalla presenza di uno stato di ansia eccessiva e preoccupazioni incontrollabili rispetto a una grande quantità di eventi o attività quotidiane che persistono per almeno tre mesi, causando una compromissione del funzionamento in ambito sociale, scolastico e familiare. Un ragazzo con disturbo d’ansia generalizzato:

  1. riporta un’eccessiva tensione e concomitanti manifestazioni somatiche (dolori o malesseri vari);
  2. rimugina su eventi e dinamiche;
  3. presenta facile faticabilità, difficoltà di concentrazione o vuoti di memoria;
  4. è facilmente irritabile;
  5. si preoccupa costantemente del suo comportamento e richiede continue rassicurazioni;
  6. si pone spesso obiettivi troppo elevati, perfezionistici e vive nell’ansia di non farcela;
  7. evita o rinvia le situazioni ansiogene per paura di sbagliare o di non riuscire a gestirle;
  8. assume spesso atteggiamenti controllanti sugli altri (ad esempio, può telefonare ai genitori più volte al giorno, per assicurarsi che stiano bene);
  9. tende a distorcere, a esagerare l’importanza di certi eventi o ad ingigantire la gravità dei suoi malesseri;
  10. nelle relazioni con gli altri teme di poter essere rifiutato o di non poter scegliere liberamente.

Il disturbo d’ansia sociale

Il disturbo d’ansia sociale è una condizione caratterizzata da un’eccessiva timidezza nei confronti di figure poco familiari, tale da compromettere le relazioni con i coetanei, le prestazioni scolastiche e il funzionamento relazionale. Gli adolescenti con disturbo d’ansia sociale sono eccessivamente preoccupati di poter fare qualcosa di stupido, imbarazzante o umiliante e di esser per questo respinti. La paura di mostrarsi inadeguati e di essere esposti al giudizio negativo degli altri è tale da far loro evitare le situazioni di gruppo o mostrare poco interesse nel fare nuove amicizie. Viceversa, l’interazione con persone familiari e ben conosciute è piacevole e soddisfacente.  La persona teme principalmente la vergogna e due tipologie di situazioni:

  • quelle in cui i ragazzi si sentono osservati durante lo svolgimento di un’azione (ad esempio, parlare in pubblico, rispondere a delle domande o leggere a voce alta in classe, mangiare di fronte agli altri, entrare in una stanza in cui sono già tutti seduti)
  • quelle in cui gli adolescenti interagiscono con gli altri (ad esempio, parlare con i compagni, con gli insegnanti e altri adulti, incontrare nuove persone, partecipare a eventi sociali, invitare gli amici a casa, esprimere la propria opinione, lavorare in gruppo).

Attacco di panico e Disturbo di panico

Un attacco di panico consiste nell’improvvisa comparsa di paura o disagio intensi che raggiunge un picco nel giro di pochi minuti, periodo durante il quale si verificano quattro o più sintomi tra: palpitazioni, tachicardia, sudorazione, tremori fini o grandi scosse, dispnea o sensazione di soffocamento, sensazione di asfissia, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali, sensazione di vertigine, instabilità, di “testa leggera” o svenimento, brividi o vampate di calore, sensazioni di torpore o formicolio, sensazione di irrealtà o di essere distaccato da se stesso, paura di perdere il controllo e di impazzire, paura di morire.

Agorafobia

L’agorafobia è caratterizzata da paura o ansia intensa innescata dalla reale o anticipata esposizione a un’ampia gamma di situazioni: uso dei trasporti pubblici, trovarsi in spazi aperti o chiusi, stare in fila o tra la folla, essere fuori casa da soli. I pensieri si concentrano sul fatto che potrebbe accadere qualcosa di terribile, che potrebbe essere difficile fuggire da queste situazioni o che potrebbe essere difficile ricevere soccorso quando si verificano sintomi ansiosi o altri invalidanti o imbarazzanti.

Fobia specifica

È caratterizzata da uno stato d’ansia clinicamente rilevante, provocato dall’esposizione ad oggetti o situazioni temuti (altezze, animali, punture da iniezioni o trasfusioni, sangue) e in seguito alla quale si instaura spesso un comportamento di evitamento.

Suggerimenti

Tra i suggerimenti per aiutare l’adolescente a gestire l’ansia, è senz’altro utile che il genitore:

  1. provi ad ascoltare e ad accogliere le preoccupazioni del figlio. Questo lo aiuterà a sentirsi compreso e a non giudicarsi negativamente;
  2. consideri le proprie aspettative sul figlio e rifletta sul proprio modo di comunicarle;
  3. tenga presente che spesso gli adolescenti evitano le situazioni nelle quali provano ansia o negano l’esistenza della stessa, trovando varie spiegazioni per giustificare il loro modo di comportarsi;
  4. faccia presente al figlio che tutti provano ansia ogni tanto e che non c’è nulla di sconveniente nel mostrarsi ansiosi;
  5. provi a far acquisire al figlio maggior confidenza con l’incertezza. Il genitore non può garantire al ragazzo che ciò che teme non si verificherà, ma può comunicargli fiducia sul fatto che potrà affrontare e gestire la situazione temuta.

Articolo a cura della dr.ssa Rossella Aromando, Psicologa Specialista in terapia relazionale integrata

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