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Negli ultimi anni si parla molto di psicomotricità per bambini, ma cosa sia esattamente è chiaro a pochi. Per una corretta informazione e fugare ogni dubbio sul corretto utilizzo in casi di patologie anche lievi, abbiamo raggiunto la nostra Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva Dott.ssa Monica Bazzero così da capirne un po’ di più.

1. Dott.ssa Bazzero, che cos’è la psicomotricità?

La psicomotricità è una disciplina che riguarda l’ambito socio-educativo e che viene svolta in contesti scolastici  o in strutture che hanno come obiettivo il potenziamento dello sviluppo del  bambino. E’  un approccio globale che promuove il benessere dell’infanzia  sostenendo il processo evolutivo del bambino in una dimensione ludica di gioco, azione ed interazione. Questo tipo di intervento non  va però confuso con interventi di tipo clinico- terapeutico  in ambito sanitario,  rivolti a bambini con disturbi dello sviluppo. In questo caso si parlerà di riabilitazione neuropsicomotoria.  L’ intervento neuropsicomotorio viene svolto in ambito ospedaliero, in centri convenzionati, pubblici o privati attraverso una terapia individuale o di piccolo gruppo rivolta a bambini che presentano disturbi dello sviluppo.

2. In quali casi può essere utile?

L’intervento psicomotorio, riguardando  l’ambito educativo/preventivo,  è rivolto a tutti i bambini e si propone di favorire uno  sviluppo armonico e completo, valorizzando l’integrazione delle diverse funzioni: motoria, emotiva, intellettiva e sociale . Ciò appare fondamentale in particolare in realtà come la nostra nella quale l’esperienza motoria e sensoriale viene sempre più trascurata  e poco stimolata.

3. E’ vero che può aiutare bambini più timidi e insicuri o al contrario troppo vivaci e con difficoltà di concentrazione ad avere più fiducia in se stessi e negli altri?

L’approccio psicomotorio rinforza i processi di individuazione, di socializzazione  e creatività ed aiuta il bambino ad esprimere la propria emotività individuando nel corpo e nel movimento uno strumento di mediazione con ciò che lo circonda. In questo modo vengono attivate le risorse specifiche di ciascun bambino attraverso esperienze emotive e relazionali positive in un contesto di prevenzione e non di terapia. L’attività motoria diventa quindi educazione e scoperta delle proprie potenzialità.

4. Viene definita una disciplina che aiuta a trovare il giusto equilibrio tra mente e corpo …

Nel caso di bambini con deficit in alcune funzioni quale l’attenzione, la coordinazione, la comunicazione riscontrabili in disturbi quali il Disturbo da deficit di attenzione o Disturbi comportamentali o specifici dell’apprendimento, l’intervento deve essere svolto da un tecnico della riabilitazione che abbia competenze specifiche in relazione alle funzioni compromesse o non ancora emerse. Questa figura professionale lavora in sinergia con una equipe multidisciplinare che comprende altri clinici  come il medico o lo psicologo.

5. Per bambini con alcuni disturbi come autismo, ritardo mentale o altre patologie neuromotorie e neuropsichiatriche, quanto può essere utile la psicomotricità terapeutica?

Nelle patologie più complesse quali autismo, ritardo mentale o patologie neuromotorie l’approccio neuropsicomotorio dovrà interfacciasi con altri  interventi specifici legati ai diversi contesti di vita del bambino svolti da altre figure professionali quali insegnanti di sostegno, educatori, assistenti sociali e psicologi, in modo da favorire l’emotività, la socializzazione,l’ integrazione scolastica, l’autonomia nella vita quotidiana.

 

Per ricevere maggiori informazioni o richiedere un appuntamento con la Dott.ssa Monica Bazzero, Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, si può contattare il CUP Bios allo 06/809641