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Durante la stagione estiva, a causa del cambiamento di attività legate principalmente alla balneazione, così come alla maggior frequenza di viaggi aerei, si osserva una recrudescenza delle patologie legate all’orecchio e di conseguenza all’udito.

La patologia più diffusa specialmente nell’età pediatrica è certamente l’otite esterna, causata da una infezione della cute che riveste il condotto uditivo esterno. Si tratta di una patologia dell’orecchio esterno che non interessa solitamente né la membrana timpanica né l’orecchio medio, come viceversa accade nelle otiti catarrali e purulente invernali. Questo tipo di infezione è nella maggior parte dei casi di tipo batterico più raramente micotica, quest’ultima conseguenza soprattutto di forme recidivanti sottoposte a prolungate terapie antibiotiche locali e generali.

I motivi principali sono:

  1. la ripetuta penetrazione e ristagno di acqua inquinata nel condotto uditivo esterno (piscina e mare)
  2. la perdita di continuità della cute legata a microabrasioni causate dall’uso di cotton fioc, tappi    auricolari, cuffie in ear
  3. le manipolazioni dovute all’iniziale fastidio che precede la fase infettiva vera e propria.

 

I sintomi

La sintomatologia è caratterizzata nelle fasi iniziali, da una sensazione di pienezza, prurito, lieve ipoacusia. Successivamente in mancanza di adeguati trattamenti compare il dolore che diventa via via più intenso esacerbato dai movimenti della mandibola e dalla pressione sull’orecchio esterno ed in particolare nella regione pre-auricolare del trago. Si possono accompagnare in questa fase una modesta secrezione auricolare ed un rigonfiamento ed arrossamento del padiglione auricolare e della regione retroauricolare che possono erroneamente indurre a sospettare una otomastoidite.

Il trattamento

Il trattamento delle otiti esterne si fonda essenzialmente sull’uso topico di gocce auricolari a base di antibiotici e cortisonici e su lavaggi medicati con acqua borica o acido acetico; salvo che nelle forme complicate o particolarmente violente, l’uso di antibiotici generali non è necessario.

Per quanto attiene le forme micotiche, il trattamento si basa su antimicotici cutanei in forma di liquidi e lavaggi medicati. Fondamentale, al fine di ottenere una rapida guarigione ed una prevenzione delle recidive è l’evitare la penetrazione di acqua, sospendendo le attività acquatiche e controllando le normali abluzioni per almeno 10 gg. Sconsigliato l’uso di tappi in qualsiasi forma come la pulizia interna dell’orecchio se non eseguita dallo specialista.

La prognosi

La prognosi dell’otite esterna è sempre favorevole, tuttavia questa patologia è gravata da un’alta incidenza di recidive da ascrivere principalmente a pratiche scorrette o alla mancata osservanza delle indicazioni precedenti. In rari casi, in soggetti affetti da patologie di tipo immunitario o malattie sistemiche croniche come ad esempio il diabete, si può assistere ad un aggravamento dell’infezione con una osteite a carico del condotto uditivo osseo (otite esterna maligna), si tratta in questo caso di una rara complicanza che necessita di trattamenti antibiotici iniettivi spesso eseguiti in regime di ricovero ospedaliero.

In conclusione

Come accennato in precedenza, durante la stagione estiva si osserva anche un incremento delle otiti barotraumatiche a seguito di viaggi aerei o ad attività acquatiche legate a tuffi o immersioni. Queste forme di infiammazione dell’orecchio medio sono conseguenti ad un improvviso scompenso della pressione tra orecchio esterno ed orecchio medio con la conseguente trasudazione di siero dalla mucosa dell’orecchio medio e raramente in casi estremi, a lacerazioni timpaniche o danni alla catena degli ossicini. La presenza del liquido di trasudazione, riempiendo la cassa del timpano impedisce la normale trasmissione dei suoni. L’esordio di questa patologia può essere graduale oppure improvviso a seguito dello sbalzo pressorio, con dolore acuto ed ipoacusia a volte accompagnate da otorragia,. I pazienti di solito riferiscono ovattamento auricolare che può modificarsi con le posizioni della testa sensazione di rimbombo ed autofonia.

La diagnosi

In questi pazienti al fine di una corretta diagnosi è necessario eseguire quanto prima una visita specialistica e se possibile un esame audioimpedenzometrico precedente alla terapia che si basa sull’uso di antinfiammatori generali cortisonici, decongestionanti nasali e sul riposo per evitare possibili ulteriori traumatismi dell’orecchio.

Generalmente nella maggioranza dei casi il miglioramento è progressivo ed il recupero uditivo completo, tuttavia in alcuni casi nei quali il trauma sia stato eccessivo possono residuare sia lesioni timpaniche sotto forma di cicatrici timpaniche (timpanosclerosi) o lievi deficit uditivi.

Articolo a cura del Dr. Berardo Montemurri Medico Chirurgo Specialista in Otorinolaringoiatria

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