Articolo a cura del team di Neuropediatria e Psicologia Clinica dell’età Evolutiva Bios
La definizione di ritardo o un disturbo del linguaggio in età evolutiva si riferisce a quadri clinici molto eterogenei nei quali le difficoltà linguistiche possono manifestarsi in associazione con altre condizioni patologiche (deficit neuromotori, sensoriali, cognitivi e relazionali).
Si tratta di disturbi del linguaggio secondari, o che possono presentarsi in forma isolata, e allora parliamo di disturbi del linguaggio primitivi o specifici. Nei bambini con disturbo specifico del linguaggio (DSL) c’è una limitazione delle competenze linguistiche, in assenza di deficit cognitivi, sensoriali, motori. I DSL possono essere classificati genericamente in:
- Disturbo specifico dell’articolazione e dell’eloquio: l’efficacia comunicativa è compromessa da una pronuncia non corretta dei suoni;
- Disturbo del linguaggio espressivo: marcata difficoltà ad esprimersi tramite il linguaggio, ma la comprensione è nella norma;
- Disturbo della comprensione del linguaggio: la comprensione del linguaggio non è adeguata all’età cronologica.
L’età della diagnosi e la precocità dell’intervento sono due criteri centrali per una buona riuscita di un progetto riabilitativo. Esistono indici prognostici, che permettono di individuare precocemente i bambini con fragilità linguistiche e di attuare un trattamento logopedico appropriato, nel quale sono svolte attività ed esercizi mirati alle specifiche difficoltà linguistiche del bambino.
Talora il DSL non è favorevole e si può associare una difficoltà nell’apprendimento scolastico. Bambini che a 6 anni presentano ancora fragilità linguistiche, o non hanno acquisito i pre-requisiti di base per l’apprendimento delle abilità scolastiche, devono essere monitorati, per orientarsi verso una presa in carico tempestiva e mirata.
Con il termine “Disturbi Specifici dell’Apprendimento” (DSA) si intende un gruppo eterogeneo di disturbi caratterizzati da significative difficoltà nell’acquisizione e nell’uso di abilità scolastiche (capacità di lettura, di scrittura e di calcolo), nonostante un’istruzione adeguata, in assenza di deficit intellettivi, neurologici o sensoriali e con adeguate condizioni socio-culturali. All’interno della categoria nosografica dei DSA rientrano:
- Dislessia evolutiva: disturbo nella lettura, come abilità di decodifica del testo;
- Disortografia: disturbo nella scrittura, intesa come abilità di codifica fono-grafica e competenza ortografica;
- Disgrafia: disturbo nella grafia, intesa come abilità grafo-motoria;
- Discalculia evolutiva: disturbo nelle abilità di numero e di calcolo, intese come capacità di comprendere e operare con i numeri.
Nella diagnosi di DSA si esclude la presenza di disturbi sensoriali, neurologici, cognitivi e di disturbi primari della sfera emotiva, e si include la presenza di una prestazione deficitaria dell’abilità specifica. Per la lettura e la scrittura la diagnosi è effettuata alla fine della seconda classe della scuola primaria; per la discalculia evolutiva, invece, si attende la fine della terza classe primaria, dopo che sono state introdotte le 4 operazioni matematiche.
Il trattamento dei soggetti con DSA prevede un processo di rieducazione e di abilitazione volti a favorire l’acquisizione, il normale sviluppo e l’utilizzo funzionale dei contenuti dell’apprendimento scolastico.