Gli ossiuri
Gli ossiuri (anche noti come “vermi”) sono una delle più comuni parassitosi intestinale dell’uomo. Si localizzano nell’intestino. Le femmine adulte gravide, soprattutto di notte o al mattino presto, fuoriescono dall’ano e depositano migliaia di uova, che si schiudono dopo 2-4 giorni. I vermi si possono vedere nella zona anale o tra le natiche, nelle bambine si possono trovare anche nella zona vulvare, tra le piccole e le grandi labbra; raramente si vedono in mezzo alle feci. Hanno l’aspetto di piccoli filamenti bianchi, sottili, della lunghezza di circa 1 cm, mobili.
Il contagio
La vita di comunità, palestre, scuole affollate favoriscono il contagio. Le vie di trasmissione sono molteplici e la principale è quella oro-fecale, in cui le uova sono trasportate con le mani e le dita attraverso giocattoli, lenzuola, vestiti, assi coprigabinetto e bagni. Ci si contagia quindi attraverso
l’ingestione delle uova, o per auto-inoculo (in questo caso il prurito anale, dovuto alla presenza degli ossiuri, provoca grattamento e le uova si infilano sotto le unghie delle mani del bambino) o perché contratti da altri. Il periodo di contagiosità dura fin a quando le femmine gravide degli ossiuri depongono le uova sulla pelle della zona anale e le uova rimangono infettive in ambienti chiusi: questo periodo dura di solito da 2 a 3 settimane. L’uomo è l’unico ospite degli ossiuri. Il periodo di incubazione, dall’ingestione delle uova al momento nel quale la femmina degli ossiuri migra alla regione anale, è di 1-2 mesi o più.
Come riconoscerli
Normalmente non danno seri problemi di salute e sono diffusi nel 10% dei bambini: il sintomo più comune è il prurito nella zona perianale. Talvolta i parassiti risalgono in vagina: in questo caso il prurito è anteriore, nella zona vulvare. Molti sintomi come il digrignare i denti di notte o l’enuresi sono stati attribuiti ad infezione da ossiuri, ma senza prove. Pensate a una infestazione da ossiuri quando il bimbo ha prurito anale o vulvare (se è una femmina), in genere al momento di coricarsi o al mattino, per almeno 2 giorni consecutivi: in questo caso esaminate la zona con una pila per vedere di trovare il parassita. Nei casi dubbi il pediatra può prescrivere accertamenti specifici.
Cosa fare?
Consultate con fiducia il vostro pediatra che vi prescriverà la cura più adatta. Poiché è frequente l’infestazione intrafamiliare e al fine di prevenire le recidive e, soprattutto, quando si prende il farmaco, la biancheria intima e del letto deve essere rimossa e lavata in lavatrice (a 60 °C). L’uso degli asciugamani deve essere strettamente personale fino alla seconda somministrazione del farmaco. È opportuno lavare frequentemente le mani e tagliare le unghie ben corte, per limitare l’accumulo sotto di esse delle uova quando il bambino si gratta.
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Articolo tratto da “Il Bambino nella sua famiglia” a cura della SIPPS