Il bambino che non mangia è una delle principali preoccupazioni di genitori e mamme: in particolare, se si verificano casi di scarsa crescita o se a un certo punto non termina, come faceva prima, i suoi pasti.
Cosa fare?
La cosa importante è capire se si tratta di un vero o di un falso problema. Come? Innanzitutto accettando serenamente questo cambiamento, monitorandolo, senza adottare atteggiamenti che potrebbero essere controproducenti del tipo: lo costringo a mangiare! Oppure purché mangi gli do quello che vuole! Ebbene, questi atteggiamenti possono provocare squilibri emotivi e nutrizionali. Se il pediatra conferma che la crescita di vostro figlio è regolare, cercate di adottare regole di comportamento per far sì che la tavola non diventi terreno di scontro e il cibo un’arma di ricatto.
6 utili suggerimenti
- Non forzatelo a mangiare controvoglia: serve solo a innescare un cattivo rapporto col cibo. Col tempo può scatenare un senso di rifiuto.
- Non trasformate il cibo in un premio: in questo modo confermate che la carne (ad esempio) non è buona ma il premio si.
- Al contrario, non trasformate il cibo in castigo: si corre il rischio di far vivere con ansia il momento del pasto.
- Non riproponete dopo mezz’ora un pasto rifiutato in precedenza: se continua a mangiare in maniera irregolare avrà sempre meno appetito al pasto successivo
- Non lasciatevi ricattare: se vostro figlio si rende conto che non mangiando ottiene comunque ciò che vuole e che siete disposti a tutto pur di vederlo mangiare, abusare di questo “potere”.
- Infine, ricordate che anche in un bambino, come in noi adulti, l’appetito può variare da un giorno o un periodo all’altro.
Dopo aver sentito il vostro pediatra, presso il nostro centro potete effettuare un colloquio con i nostri esperti in dietologia pediatrica per capire le dinamiche di eventuali problemi legati all’alimentazione.
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